
ACCOMPAGNATORE O TOUR MANAGER?
Accompagnatore turistico e tour manager esprimono due atteggiamenti opposti di approcciarsi a un lavoro che, pur sembrando semplice dal punto di vista tecnico, si presta molto all’interpretazione e richiede un ventaglio di soft skills importanti. La definizione professionale dei manuali è assai vaga e la sensazione è che il ruolo abbia perso parecchio importanza a mano a mano che il turismo è diventato sempre più un fenomeno di massa.
Non sono una fan delle parole straniere quando esiste la versione italiana. Se è vero però, che il diavolo si nasconde nei dettagli e forse anche nelle traduzioni, finisce, come nel caso di Accompagnatore Turistico e Tour Manager, che i due ruoli risultino assai diversi.
Accompagnare o gestire?
Mentre la prima definizione interpreta un ruolo quasi passivo, da assistente che si attiva solo per anticipare soluzioni o risolvere eventuali problemi, il tour manager esprime il ruolo di un professionista, la cui azione è determinante per la qualità del risultato. E se è vero che non deve inventare nulla, perché è tutto programmato, spesso sono il mood e la presenza del tour manager, a creare la soddisfazione del cliente, non il programma in sé esclusivamente.
Dopo averlo praticato per anni nel ruolo di chi riceve in cantina, quest’estate mi sono immersa nel mondo del turismo. Mi sono trovata a mettere in pratica le mie competenze nel mondo del turismo tout court: entusiasmo, curiosità e anche ingenuità accompagnano sempre le nuove scoperte, anche se si arriva attrezzati da altri mondi.
Funzioni tradizionali
Molto specifiche?
…o innovative?
È un ruolo che si presta davvero ad essere interpretato e ho visto tanti colleghi alternarsi con un approccio molto diverso a queste mansioni. È utile ammettere che definizioni coniate diversi decenni fa, avrebbero bisogno di una rinfrescata e di un aggiornamento, perché nel frattempo sono cambiati i viaggi, le persone, le scelte verso il tempo libero, la quantità di posti letto disponibili nel mondo, la curiosità delle persone.
Acquisito che i programmi vanno rispettati e che ogni professionista deve offrire una prestazione concordata, cosa possiamo fare nel ruolo di accompagnatore turistico che risulti maggiormente gratificante per l’ospite e, non ultimo, anche per noi?
Di seguito provo a riassumere cinque ambiti e ruoli che io vedo indispensabili per rendere attuali queste figure e per motivarle ad essere sempre più efficaci nelle loro relazioni con gli ospiti:
Fare conoscenza ed entrare in empatia
Oltre le attività programmate per tutto il gruppo, poter dare al singolo ospite un consiglio mirato per il tempo libero in base alle sue passioni, può svoltare in positivo la qualità dell’intero viaggio. E in ogni caso, mostra attenzione al cliente. In Italia (e ovunque nel mondo) c’è davvero più da scoprire di quanto mettiamo nelle presentazioni online, ma entrare in sintonia con le preferenze degli ospiti comporta un extra impegno per gli operatori. Uno sforzo che sarà ampiamente gratificato dalla soddisfazione dell’ospite. Distinguere chi ama godere del paesaggio da chi è sensibile alle personalità della storia e della letteratura aiuta a dare a ognuno il consiglio giusto, nella sfera delle inclinazioni umane, ben al di là di dove si trova la farmacia o qual è il giorno del mercato settimanale.
Brand Ambassador
Personal shopper
Customer care
Il turista non esiste
A nessuno, in nessuna latitudine della terra, piace essere definito turista. A nessuno piace essere un divoratore di destinazioni turistiche, luoghi dove scatti qualche foto, ma dei quali non hai capito né il contesto, né l’importanza. Dell’anima non ne parliamo proprio.
La maggior parte degli ospiti che visita un luogo con una formula aperta, non vuole essere un turista da manuale a cui viene impartita una lezione di storia alla quale si sente del tutto estraneo. Comprensibile. È pur vero che i luoghi prenotati sul catalogo dei viaggi non sono gli stessi che troviamo intorno a noi durante un viaggio. Nessuna descrizione su un catalogo o un sito potrà mai trasferire il contesto dove poi ci troveremo, il tempo e l’atmosfera che gli appartengono.
Non a caso quasi tutti i viaggiatori nei nostri ambienti si stupiscono di aspetti che noi troviamo assolutamente scontati. Nessun turista, soprattutto se non europeo, può comprendere d’istinto le modalità di relazione con il clima. Per noi residenti, soprattutto nella stagione estiva, alcune attività si fanno al mattino, altre la sera. Le chiamiamo tradizioni, ma sono la conseguenza di secoli di convivenza decisa dalle condizioni di un luogo, non da noi. Semmai, subite e radicate per forza maggiore.
Quanto più saremo in grado di fare sentire l’ospite integrato nel nostro stile di vita, tanto più facile sarà per lui/lei godersi il soggiorno con le modalità locali.
Per concludere il turista non esiste. Esistono ospiti, visitatori, esploratori, globe trotter, viaggiatori e tante definizioni quanti sono i momenti che una persona può incarnare nella propria esistenza. Sta a noi “cogliere l’attimo” e renderlo memorabile e se possibile, conquistare l’ospite per una prossima destinazione. Cheers!

